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L’occupazione dell’Europa orientale

Ultimo aggiornamento 11 Agosto 2006





Hitler e Himmler
Il primo Settembre 1939 la Wehrmacht tedesca, forte di 1,25 milioni di uomini, invase la Polonia, sotto la copertura di pesanti bombardamenti aerei. Varsavia, la capitale polacca, venne presa dopo due settimane.
Il 17 Settembre l’Unione Sovietica invadeva la parte orientale del paese. Dopo la resa delle forze polacche, il 28 Settembre, Germania e URSS si accordarono sulla spartizione della Polonia, in base al protocollo segreto del patto Ribbentrop-Molotov (si veda la mappa). La Polonia cessò di esistere in quanto stato sovrano.

Le regioni settentrionali e occidentali del paese vennero annesse al Reich; le parti meridionali e orientali ricevettero lo status di colonia, chiamata Generalgouvernement (governata da Hans Frank) con la capitale collocata a Cracovia. Più di 2 milioni di Ebrei vivevano nei territori occupati dai Tedeschi, mentre circa 1,2 milioni di Ebrei popolavano le aree orientali occupate dall’URSS.

Orientamento
Le zone annesse erano controllate da un’amministrazione tedesca guidata da un Gauleiter, un sistema in pratica simile a quello del Reich stesso. Quasi 1 milione di Polacchi furono espulsi da questa area governata dai Tedeschi, mentre 600.000 Tedeschi dell’Europa orientale e 400.000 del Reich vennero insediati in questi territori. Dopo l’attacco tedesco all’Unione Sovietica nel Giugno 1941, anche il resto della Polonia cadde sotto il controllo nazista. La regione sud-orientale, occupata dai Sovietici nel 1939 (Distrikt Galizien), diventò parte del Generalgouvernement.

Forze di occupazione nel 1939
Lo scopo della politica di occupazione tedesca era di utilizzare la Polonia come uno spazio vitale tedesco, di sfruttare le risorse materiali del paese occupato e di massimizzare l’uso della manodopera polacca, come un serbatoio virtuale o reale di lavoro forzato. La nazione polacca doveva essere effettivamente ridotta allo status di schiavitù, e la sua leadership politica, religiosa e intellettuale distrutta. Gli agenti designati all’attuazione di questa politica erano SS, Polizei e Wehrmacht. In un’azione dal nome in codice "Operazione Tannenberg" ("Unternehmen Tannenberg") nel Settembre e Ottobre 1939, si stima che furono condotte dagli Einsatzkommandos 760 esecuzioni di massa, che portarono alla morte di almeno
Lapanka
20.000 tra i più illustri cittadini polacchi. Espulsioni e uccisioni divennero ordinarie. La gente veniva radunata nelle strade durante i cosiddetti lapankas e spedita nei campi di lavoro in Germania o ad Auschwitz. Alcuni erano tenuti in ostaggio nella prigione di Pawiak a Varsavia e successivamente giustiziati. Talvolta la gente radunata era uccisa sul posto da plotoni di esecuzione. Milioni di Polacchi furono reclutati a forza per il lavoro obbligatorio all’interno della Polonia o inviati nel Reich. Le carte di identità polacche vennero rimpiazzate dalle "Kennkarte" (carte di identificazione). Coloro che fecero domanda per averle dovettero compilare un affidavit secondo il quale risultavano non essere Ebrei. In definitiva, il “Nuovo Ordine” nazista in Polonia avrebbe determinato la morte del 20% della popolazione, circa 6 milioni di persone, la metà delle quali Ebrei.
Durante l’occupazione molti Polacchi combatterono all’interno del paese in una varietà di movimenti di resistenza differenti, organizzati secondo gli orientamenti politici. Polacchi espatriati combatterono come soldati su numerosi fronti, arruolati delle Forze Alleate.

Gli Ebrei polacchi non avevano possibilità di fuggire. Fin dal Settembre 1939, Reinhard Heydrich, capo della Sipo (Sicherheitspolizei / polizia di sicurezza), dell’ SD (Sicherheitsdienst der SS / servizio segreto delle SS) e più tardi dell’ RSHA (Reichssicherheitshauptamt), diede ordini di concentrare gli Ebrei nelle città più grandi, collocate vicino alle linee ferroviarie. Nel Novembre 1939 Hans Frank promulgò un ordine per l’istituzione di un Judenrat in ogni città, e obbligò gli Ebrei ad indossare un bracciale. Il Judenrat divenne il collegamento tra la popolazione ebraica e i Nazisti: fu obbligato a consegnare liste degli abitanti, ad installare una forza di polizia ebraica e ad amministrare il lavoro, la sistemazione e i servizi di salute pubblica della sua municipalità. Prima che avvenisse l’attacco all’Unione Sovietica, gli Ebrei erano già diventati lavoratori forzati perdendo il loro lavoro. Furono obbligati a dichiarare i loro oggetti preziosi e le loro case - fabbriche, negozi, e proprietà personali di ogni tipo vennero confiscate. Dai più piccoli shtetl alle più grandi città, la normale vita pubblica ebraica cessò di esistere. Entro l’inizio del 1941 vennero istituiti circa 200 campi di lavoro forzato per Ebrei. Il conteggio dei morti in questi campi era estremamente alto, a causa delle predominanti condizioni inumane e del durissimo regime.

Police Postcard
Cartolina della polizia
I Nazisti cercarono di concentrare tutti gli Ebrei nei ghetti allo scopo di facilitare l’ Endlösung der Judenfrage (Soluzione finale della questione ebraica), sebbene era inizialmente poco chiaro cosa sarebbe stata quella "soluzione". Il processo di istituzione dei ghetti per gli Ebrei iniziò nell’ Ottobre 1939. La mortalità nei ghetti era alta, causata da fattori quali la disperata (e deliberata) scarsità di alimenti e la mancanza di adeguate condizioni igieniche, con conseguenti carestie e epidemie.

Con l’inizio dell’attacco all’Unione Sovietica cominciò lo sterminio degli Ebrei su vasta scala. In cooperazione con Wehrmacht, SS, SD e Sipo, furono istituite quattro Einsatzgruppen (unità operative). Queste unità di sterminio seguirono le truppe tedesche nella loro strada verso est. Era stato loro comandato di eliminare ufficiali comunisti, partigiani ed Ebrei. Tra Giugno 1941 e la primavera del 1943, gli Einsatzgruppen uccisero circa 1,2 milioni di Ebrei e alcune centinaia di migliaia di cittadini sovietici. Solitamente le vittime erano fucilate in luoghi isolati, e i loro corpi sepolti in fretta. Molti degli assassini soffrirono stress fisici e psicologici come conseguenza della fucilazione di innocenti, nudi, uomini, donne e bambini. Di conseguenza Heinrich Himmler ordinò all’ RSHA di trovare un altro metodo di uccisione. Questo condusse infine alla progettazione di furgoni chiusi appositamente convertiti, i cui fumi di scarico erano convogliati per gassare le vittime all’interno dell’area di carico, resa ermetica. 15 di questi furgoni a gas vennero consegnati agli Einsatzgruppen. Furono inoltre utilizzati a Chelmno fin dal Dicembre 1941. In questo luogo, perirono 250.000 - 300.000 Ebrei del Warthegau e del ghetto di Lodz, e fra loro circa 10.000 Ebrei che erano stati deportati da Germania, Austria e Cecoslovacchia.

Al fine di accelerare l’eliminazione degli Ebrei polacchi, vennero costruiti cinque campi di sterminio con camere a gas fisse: Auschwitz-Birkenau nella regione annessa dell’alta Slesia orientale, Belzec, Sobibor, Treblinka e Majdanek nel Generalgouvernement. Centinaia di treni, gestiti dalla Reichsbahn tedesca o dalla Gedob (Generaldirektion der Ostbahn), trasportarono gli Ebrei in queste strutture di sterminio. I trasporti erano spesso deviati verso ghetti di transito, dove gli Ebrei erano temporaneamente imprigionati finché i campi di sterminio non furono pronti per riceverli.

Bambina ebrea a Zwolen 1939
Tutte le persone trasportate a Belzec, Sobibor, Treblinka e Chelmno erano destinate alla morte entro poche ore. Ad Auschwitz-Birkenau e Majdanek i deportati erano sia selezionati per la morte immediata nelle camere a gas o scelti per il lavoro forzato. In entrambi i casi ne conseguiva lo stesso risultato. Ad Auschwitz-Birkenau e Majdanek furono costruite molte baracche per alloggiare i lavoratori forzati.

Le installazioni permanenti di gassaggio (camere a gas) furono la logica successione dei furgoni a gas.

I proprietari tedeschi delle fabbriche, e persino la Wehrmacht, approfittarono della risorsa della forza lavoro ebrea. A causa della carenza di personale, Hitler acconsentì che i lavoratori Ebrei rimanessero nel Generalgouvernement per un certo periodo, salvo che lavorassero soltanto in fabbriche e campi controllati dalle SS. In conformità con queste direttive, vennero istituiti speciali campi di lavoro: per esempio a Poniatowa e Trawniki vicino Lublino, Plaszow nei pressi di Cracovia e Janowska vicino L'viv (Leopoli). Nei campi di sterminio di Majdanek presso Lublino e Auschwitz vicino Cracovia, le vittime appena arrivate erano divise in gruppi abili o inabili al lavoro. Quelli inadatti al lavoro erano portati immediatamente alle camere a gas. Quelli considerati adatti venivano ammassati in inimmaginabili pessime condizioni e sistematicamente uccisi dal duro lavoro, dalla perenne mancanza di cibo, o semplicemente dalle SS. Quando la loro forza veniva meno e la loro capacità di lavoro diminuiva, i prigionieri erano soggetti ad ulteriori e costanti selezioni e alla conseguente eliminazione.

Due rivolte sono avvenute a Varsavia: l’insurrezione del ghetto di Varsavia dal 19 Aprile al 16 Maggio 1943, e l’insurrezione polacca organizzata dall’armata clandestina Armia Krajowa, che si ebbe dall’ 1 Agosto fino al 2 Ottobre 1944: i Polacchi insorsero a Varsavia poiché le forze Sovietiche erano vicine. Ricevendo solo un minimo aiuto dagli Alleati, la resistenza polacca non aveva reali possibilità di far fronte alle truppe tedesche pesantemente armate. Dopo la sconfitta dell’ Armia Krajowa, Hitler diede l’ordine di distruggere Varsavia. La popolazione doveva abbandonare la città. Le truppe tedesche entrarono in Varsavia dove rimasero fino al Dicembre 1944, distruggendo la città e saccheggiando molti tesori d’arte. Più di 200.000 Polacchi morirono nel corso dell’insurrezione del 1944 e circa 700.000 furono espulsi dalla città.

Le ultime forze di occupazione tedesche lasciarono la Polonia all’ inizio del 1945. Nessun altra nazione ha sofferto così tanto per mano dei Nazisti quanto la Polonia. La sconfitta dei Nazisti non portò la desiderata libertà, poiché i Sovietici hanno controllato il paese fino agli anni ’80 .

Si vedano le nostre pagine riguardo Zwolen, una comune cittadina nel Generalgouvernement, situata tra Radom e Pulawy. La storia di questa cittadina è simbolo della storia di tutte le altre città polacche, mostrando che il terrore nazista è accaduto ovunque.

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